di Silvia Ugolotti, testo e foto
Pantone annuncia, i designer concordano: da un paio di decenni, il centro di ricerca Pantone Color Institute elabora previsioni sulle tendenze cromatiche dell’anno a venire e decreta il colore che per 365 giorni influenzerà grafica, moda, design e, in qualche caso, persino della cucina. Il tentativo è di catturare lo spirito del tempo e rispondere ai desideri delle persone. Caso eccezionale (ma del resto viviamo un periodo eccezionale) per il 2021 ne sono stati annunciati due: il grigio che è segno di eleganza e stabilità e il giallo, simbolo di luce e energia. Un perfetto equilibrio.
Simbolo di luce, energia e ricchezza, ma anche d’invidia, gelosia e tradimento, il giallo è da sempre ambivalente. Nell'antica Grecia i “pazzi” erano obbligati a vestire questo colore per essere riconosciuti e s’issava bandiera gialla nei luoghi dove era scoppiata la peste. Per tutto il Medioevo, in Occidente, fu usato per dipingere bugiardi e truffatori e, in letteratura, diventò nel tempo la nuance delle trame poliziesche. Già Goethe, nel 1810, del colore giallo disse così: “Possiede una qualità dolcemente stimolante, di serenità e di gaiezza. Si mostra però estremamente sensibile, producendo un’immagine sgradevole quando è sporco. È sufficiente un leggero e impercettibile movimento per farne il colore dell’infamia, della ripulsa e del disagio”.
Oggi, ci parla di vittoria quando colora la maglia del Tour de France e di protesta se lo vediamo nei gilet gialli parigini. Può essere segnale di allerta e ammonimento, come avviene per il cartellino dell’arbitro: a Parma è identità architettonica.
Misterioso, controverso, mitizzato: il giallo Parma è la pelle della città storica, nato come imitazione di una pietra francese che i nobili usavano per dipingere i propri palazzi. Una tonalità "chiaro d'ovo" in equilibrio tra eleganza e leggerezza. «Quella originaria risale al Settecento, era una sorta di bianco calce, dalle nuance calde. La seconda, più carica e intensa, arrivò con Maria Luigia», spiega Carlo Mambriani, docente di storia dell'architettura all'Università di Parma e autore del volume “Palazzi di Parma. Dalle stanze del potere alle dimore nobili". «Durante il periodo austriaco il giallo utilizzato per colorare ville e palazzi è diventato più evidente, quasi paglierino. L’intensità si deve in parte a una maggior disponibilità di pigmenti di origine industriale. Così, a partire dall’800, l'architettura iniziò a colorarsi di tinte sature e vivaci. Gli interni si accesero con i rossi dei velluti, i blu e i verdi di arazzi, tappeti e arredi».
Dal Casino del Petitot in viale Martiri della Libertà all’Orto Botanico fino a Palazzo del Governatore, in Piazza Garibaldi, si dipana una passeggiata nel centro storico della città, fin oltre la Parma, seguendo il filo del giallo nelle sue tante gradazioni.
È pallido il giallo della chiesa di San Uldarico che si affaccia su via Farini, così come quello dell’Ape Museo. Mentre tendono al giallo-cromo le facciate di Palazzo Bossi Bocchi, in strada al Ponte Caprazucca: dalle forme neoclassiche e liberty è la sede della Fondazione Cariparma e del suo museo. In via Repubblica, invece, Palazzo Corradi Cervi all’angolo con via Petrarca è uno dei più eleganti delle città, con un balcone balaustrato dal quale nascono lesene corinzie che sorreggono il timpano. E ancora, il Teatro Regio, voluto da Maria Luigia: «È capolavoro europeo nel genere dei teatri di tradizione con quattro o cinque gialli diversi che sono il risultato di più interventi degli ultimi decenni», spiega Mambriani. Poco oltre, di fronte al Complesso della Pilotta che contiene i più bei musei cittadini, c’è il Museo Lombardi, di giallo accesso. Custodisce la raccolta collezionistica di Glauco Lombardi, testimonianze storico-artistiche su Maria Luigia e Napoleone, oltre a documenti relativi al Ducato di Parma. Si attraversa, poi, il torrente Parma percorrendo il ponte Verdi per entrare nel Parco Ducale, il giardino alla francese tutto viali di tigli e ippocastani con il suo grandioso palazzo. Costruito nel 1561 per volere del duca Ottavio Farnese fu in seguito rimaneggiato dal Petitot. «La facciata, anch’essa gialla è un preludio del fascino degli interni decorati tra Cinque e Settecento». Dall’altra parte della città ha i colori dell’oro chiaro l’Auditorium Paganini, una cattedrale della musica firmata dall’architetto Renzo Piano.
Stradone Martiri della Libertà
Casino del Petitot (rotonda)
Strada Carlo Luigi Farini
Orto Botanico (n. 90)
Palazzo Cantelli di Sant'Ulderico (n. 61)
Palazzo Rosazza Carmi (n. 43)
Palazzo Bergonzi Poldi Bocchi (n. 39)
Ape Museo (n. 32)
Borgo Felino
Chiesa di San Uldarico (n. 6)
Strada al Ponte Caprazucca
Palazzo Soragna (n. 6)
Palazzo Bossi Bocchi (n. 4)
Piazza Garibaldi
Chiesa di San Pietro Apostolo (n. 13); Palazzo del Governatore (n.19)
Strada Garibaldi
Palazzo dei Ministeri (nn. 20-24)
Museo Glauco Lombardi (n. 15)
Teatro Regio (n. 16/a)
Parco Ducale
Palazzo Ducale
Borgo Retto
Palazzo Smeraldi Tarchioni (n. 2)
Piazzale Salvo D'Acquisto
Palazzo Borri (n. 7)
Piazzale Jacopo Sanvitale
Palazzo Sanvitale (n. 1)
Strada della Repubblica
Palazzo Corradi Cervi (n. 44)
Palazzo Rossi di San Secondo Chiari (n. 58)
Borgo Lalatta
Convitto Nazionale Maria Luigia (14)
Parco Ex Eridania
Auditorium Nicolò Paganini
Via Emilia Est
Arco di San Lazzaro
Dai palazzi alla tavola, il giallo entra nei piatti della cucina parmigiana quasi a volerne sottolineare il carattere spensierato e godereccio: sfoglia, sformati di parmigiano, il pieno del bollito, creme e zabaione. Se il rosa fa pensare alla dolcezza e il verde a un sapore fresco, quasi acidulo, il giallo è energia e calore: «Anolini, tortelli, pasta fresca: a gla da ésor gelda». Non si scappa, secondo Marco Parizzi, chef e patron dell’omonimo ristorante al numero 71 di Strada Repubblica, la pasta deve essere gialla. «Se il tuorlo è rosso significa che le galline mangiano solo mais, quindi l’uovo è di miglior qualità», dice. «Tuorli rossi anche per la crema della zuppa inglese e la salsa zabaione che con un pizzico di sale e dragoncello si accompagna allo zampone. Poi lo stracotto con la polenta gialla, la tartare di cavallo che al centro ha un uovo di quaglia». Color oro, tendente all’ocra, quasi arancione o dalle sfumature limone, molti piatti del menu Parizzi seguono le sfumature del giallo. «I colori vividi e brillanti migliorano l’estetica nel piatto».
«I vicoli stretti che diventano scuri alla sera, le ombre lunghe dei portici di borgo delle Colonne, e i voltoni della Pilotta con i passi che rimbombano ovattati. Parma è una città dalle atmosfere noir, quel colore che più di tutti racconta uno stato d’animo». Valerio Varesi, giornalista del quotidiano La Repubblica e autore di libri gialli (e non solo), quando scrive s’ispira alla realtà. Fatti veri, o comunque verosimili, segnano le avventure del commissario Soneri e le sue indagini si sviluppano intorno al torrente Parma, seguono piste che portano fin sull’Appennino o nella Bassa, lungo il Po. Si dipanano tra chiaroscuri e atmosfere che scatenano uno spiazzante senso dell’imprevisto. «Nella coltre lattiginosa le silhouette si confondono, i palazzi sbiadiscono e le facciate si vestono di mezze tinte. E in questo bozzolo nebbioso il mistero sembra rivelarsi in modo discreto, un sussurro dopo l’altro. Come se segreti e sottofondi venissero soffiati all’orecchio». Misteri, enigmi e qualche omicidio, anche la cronaca di Parma si è tinta di giallo «Il delitto Mazza è stato il più eclatante, una perfetta architettura poliziesca degna di un romanzo di George Simenon. Protagonisti una ballerina e un imprenditore e sullo sfondo bella vita e nightclub, polizze assicurative, indagini complicate e colpi di scena: da Nobel».
All’interno del Centro Barilla, ex area industriale rinnovata su progetto dell’architetto Renzo Piano, l’hotel ha pezzi di design di Pierre Chareau, Ludwig Mies van der Rohe e Castiglioni. A pochi passi dal centro, con parcheggio
Largo Piero Calamandrei 11 | tel. 0521 0304
Allure country chic in un casale rustico alle porte di Parma arredato con materiali naturali, pietra e legno
Strada Bodrio 26, Porporano | tel. 0521.642268
Per assaggiare la tradizione: santuario della tipicità parmigiana dal 1925 la specialità della casa è il carrello di bolliti. Oltre a una selezione di ottimi salumi, non mancano mai cappelletti in brodo e punta al forno ripiena, perfetti per una fredda serata d’inverno.
Via Gramsci, 16/A| tel. 0521.981990
Atmosfera rustica da vecchia osteria: vino, salumi locali, piatti tipici. Per pranzo e aperitivi. Il panino signature è il “Principe”, ovvero fette di pane caldo con parmigiano filante e culatello
Strada Farini, 24/a | tel. 0521.286037
Prosciutti appesi al soffitto e cucina a vista: è il luogo giusto dove ordinare taglieri di salumi accompagnati da polenta fritta e pane casereccio, tortelli e anolini (anche da asporto)
Borgo Palmia 2 |Tel. +39 0521 229816
In un ex garage trasformato in galleria con pezzi in vendita che hanno arredato le case più belle di Parma, c’è Domus Nova di Nadia Toschi, tipi e archetipi dell’interior design del XX secolo: da Sottsass a Cassina, Murano Glass e Cappellini
Vicolo delle Caligarie 3/a | tel. 0521236612
Dai classici alle ultime uscite: gialli, noir, thriller, fantasy
Borgo Pietro Cocconi 3B
Pantone è nata come società di stampa commerciale negli Stati Uniti nel 1950 e subito ha realizzato l’importanza della standardizzazione dei colori. Ha sviluppato il Pantone Matching System, che rende possibile identificare un colore attraverso un codice per riprodurlo in maniera identica, ovunque nel mondo. Dal 2000 la compagnia seleziona il colore dell’anno come rappresentazione dello spirito dei tempi.
Giallo. Storia di un colore
di Michel Pastoureau
(Ponte alle Grazie)
Ultimo di una serie di monografie che lo studioso francese ha dedicato a storia, scienza e curiosità dei principali colori della tavolozza, è il libro da leggere per conoscere i significati e l’utilizzo del giallo.
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