di Silvia Ugolotti
Regno dei Farnese e dei Borbone, Parma è cresciuta sotto l’ala e l’aura di Maria Luigia d’Austria che ne ha fatto la “petite capitale”. Visitarla è un piacere per spiriti curiosi, concedendosi il tempo di esplorare i palazzi della cultura, i templi dall’arte e della storia per poi sedersi a tavola, lasciandosi sopraffare dai sapori e dalla simpatia: un paio di bicchieri e si è subito amici perché “al riddor l’é ‘na lénngua chi capison in tutt al món”, ridere è lingua universale. I parmigiani e i loro motti sono così, genuini e strampalati, parlano col francese nel dialetto (il cavatappi è il tirabusòn e il paralume è l’abazur) e una “r” arrotata che pare voler spingere avanti le parole per dirne di più. Una città da assaporare, lentamente, con l’indolenza del flâneur.
Tra vicoli tortuosi e palazzi antichi, la pasticceria Pagani è una certezza dal 1856. Pasticceri da cinque generazioni puntano da sempre alla qualità: cannoncini allo zabaione, rigorosamente alla parmigiana, con marsala e rum. Proprio come li ordinavano Guareschi e Bertolucci. Poi krapfen che traboccano di crema, la mitica millefoglie e la torta ungherese creata da Icilio Pagani il 4 dicembre 1914. S’ispirò alla versione magiara di Jozsef Dobos: cinque strati sottili di torta margherita, una farcitura di crema ungherese (crema pasticcera, burro, cacao, niente alcol e aromi) e una spolverata di cacao amaro.
Borgo XX Marzo 4 | 0521 206322
I primi passi del Grand Tour parmigiano portano nella piazza medievale del Duomo, magari al tramonto, quando la luce dorata dell’ultimo sole inonda la facciata della cattedrale: arte romanica allo zenit. All’interno per fama e bellezza fanno a gara i bassorilievi dell’Antelami e la volta della cupola: precisione del chiaroscuro e della prospettiva, l’Assunzione affrescata dal Correggio è il capolavoro di questo genio del Cinquecento che qui ha lasciato le opere più significative. Uscendo, il Battistero di marmo rosa di Verona firmato da Antelami agli inizi del Duecento è un’altra icona. La leggenda vuole che il diavolo, geloso della sua bellezza, lo prese a calci per abbatterlo, lasciando un’impronta sulla facciata (cercatela sul lato sud est, sembra davvero la sua).
La chiesa di San Giovanni Evangelista è un complesso monastico benedettino: ha una facciata barocca. La pianta è a croce latina con tre navate sulle quali si aprono sei cappelle, e una cupola affrescata dal Coreggio. Visitando i chiostri e l'antica biblioteca di codici miniati sembra di entrare in una scena de "Il nome della Rosa". La spezieria che preparava intrugli curativi è ancora lì, con fiaschette, alambicchi e mortai sul bancone e nelle teche.
Piazzale S. Giovanni 1 | monasterosangiovanni.com
Soffitti alti e affrescati, luci basse e la firma di Jean Pierre Pastor, classe ‘69, chef e patron. La cucina di grande piacevolezza riporta ai sapori della tradizione con qualche variazione. Ad esempio, gli anolini ripieni di burrata, gambero rosso crudo, la sua bisque e cialda al nero di seppia. Oppure il petto d’anatra rosa con pere al profumo di cedro e riduzione di moscato cotto. L’altro regno di Pastor è Meltemi a poche centinaia di metri. Si fa rotta verso una cucina di mare: “un angolo di Parma per rievocare il vento onirico del mito, che si respira ancora tra i sapori delicati del pesce”
Piazzale Cervi 5 | 0521 286098 | ristoranteimpulsi.com
Le bellezze kolossal della città sono vicine tra loro. Da piazza Duomo si attraversa via Cavour, dove correvano le antiche mura della città e oggi sfilano vetrine di negozi e caffè, e in pochi passi si raggiunge la Pilotta, oggi oggetto d’importanti progetti di riqualificazione. È la fortezza incompiuta, con un cortile dove i soldati spagnoli giocavano alla pelota. Contiene (che sono anche centri di ricerca e scambio culturale), il Museo Archeologico Nazionale (attualmente chiuso per riallestimento), la biblioteca Palatina, il Teatro Farnese, un guscio di abete rosso a due piani di logge. Nel 1628 ospitò quattromila spettatori che sulle note di “Mercurio-Marte” (l’opera-torneo di Monteverdi) videro la cavea riempirsi d’acqua, mostri marini e navi: apoteosi d’idraulica, epica e sfarzo. Dal teatro si accede alla Galleria Nazionale: vale il biglietto, da sola, la “Testa di Fanciulla” (“La Scapigliata”) di Leonardo da Vinci, una giovane dai lineamenti dolci, le morbide labbra e una cascata di ricci scomposti.
Uscendo si attraversano i giardini di piazzale della Pace, pensati alla fine del Novecento da Mario Botta. Qui tra cornici di cemento e vasche d’acqua ci si stende sull’erba per leggere un libro o ascoltare musica sotto al monumento del Partigiano o a quello di Giuseppe Verdi.
Al restyling della fortezza si aggiunge il Nuovo Museo Bodoniano (attualmente chiuso per riallestimento) dedicato a Giambattista Bodoni, genio della tipografia italiana nato nel 1740. Inventò il carattere tipografico, perfetto dal punto di vista delle proporzioni e anche delle correzioni ottiche. Il museo tutto pareti nere e lampade industriali è all’interno dell’ex magazzino dei periodici della Biblioteca Palatina. Ha una doppia anima: il racconto della fucina bodoniana da un lato e, dall’altro, quello della cultura di Parma nella sua golden age. Da non perdere, la sezione che illustra le fasi di lavoro di Bodoni, a partire dalla fonderia dei caratteri con i suoi strumenti di lavoro: punzoni, matrici, forme di fusione.
Piazza della Pilotta 3
Prodotti del territorio di allevatori e coltivatori custodi della biodiversità si trovano al Rural Market. Poco più avanti c’è 333, uno store di ricerca che ha portato in città abbigliamento e arredi dallo stile nordico, come gli oggetti di Fern Living made in Copenaghen o i capi di Bellrose che arrivano dal Belgio. Da Sadoo, invece, Cesare Muratori riunisce una sofisticata selezione di gioielli etnici e di design, borse e oggetti d’arredamento.
Rural Market: 0521.237485. Borgo G. Tommasini 7
Store333: 0521 1716281 Borgo G. Tommasini 12
Sadoo: 0521 030854 Strada Repubblica 58
Stiloso bistrot con pezzi di design, oggetti vintage e un cortile interno: è il regno dei panini gourmet che ben si accompagnano a cocktail fantasiosi a base di fiori, erbe e spezie, Lambrusco e bollicine. Tra tutti, il Cor Pramzan: carré con pesto di cavallo, zucchine, capperi, acciughe, maionese al tabasco e senape. Per veri local.
Via Nazario Sauro 18 | 0521 1811093
Appena fuori città, dove inizia la campagna, il ristorante è accanto alla chiesa di Coloreto. Raccolto e riservato racconta la tradizione parmigiana: informalità dell’ambiente, buon servizio e una cucina interpretata da Gianpietro Stancari che non lascia nulla al caso. Un piatto tra tutti: i tortelli con ripieno d’erbetta o di zucca. Li ordinava persino Gualtiero Marchesi che apprezzava questo indirizzo per la capacità di preparare cucina emiliana di classe. La pasta è preparata fresca ogni mattina, stesa alla comanda. Poi, petto d’anatra con salsa allo sherry, scalogni caramellati e patate e, per finire, il gelato alla crema mantecato direttamente al tavolo.
Strada Budellungo 104a | 0521 645626
Stanze eleganti in un palazzo Settecentesco con travi a vista, mobili d’epoca e il calore di una dimora privata. Ad accogliere gli ospiti c’è Patrizia con il suo savoir faire tutto emiliano. Ci sono due stanze e un appartamento al piano rialzato. La Duchessa ha un ingresso indipendente e la possibilità di avere il breakfast in camera, mentre Reina si affaccia sulla corte interna. Nella sala dove vengono servite le colazioni c’è un camino.
Strada Sant'Anna 22 | 338 4904697
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Gli interni in legno e i tavoli di marmo: gli interni creano la giusta atmosfera per una colazione dolce o salata all’insegna della classicità. Una tazza di buon caffè (arriva da Ramenzoni, la torrefazione locale che miscela 80 arabica e 20 robusta) ben si accompagna a bigné al cioccolato, cannoncini alla crema e per uscire dal dolce, a un croissant al prosciutto crudo con salsa tonnata.
Strada della Repubblica 22 | 0521 230351
Velluti rossi e fregi dorati in una struttura neoclassica voluta dalla Duchessa, il Regio è il luogo che condensa ed esprime l’anima musicale di Parma. Teatro d’opera tra i più importanti in Italia (milleduecento posti a sedere), vanta una tradizione che non crolla. È la casa di melomani esigenti, disposti a far la fila dalle cinque di mattina nel freddo dell’inverno per assicurarsi un abbonamento e pronti a far partire fischi dal loggione per una nota fuori posto. Con l’opera i parmigiani hanno un rapporto che dura da secoli, tanto quanto quello col cibo. Aneddoti, episodi che sfumano nella leggenda non si contano. Negli anni Settanta, si dice, andò in scena una “Cavalleria Rusticana” sfortunata per il tenore che interpretò Compare Turiddu. Ucciso in scena da Alfio, dal loggione si sentì esultare: “meno mäl i gh’ l’ävon da masär prìmma”, meno male, dovevano ammazzarlo prima.
Strada Garibaldi 16/a | 0521 203911
Un indirizzo segreto (o quasi) che, a torto, non sempre finisce nella to do list del visitatore. È il convento di San Paolo che nel Cinquecento ospitò una badessa colta e ribelle, Giovanna Piacenza, che chiamava a sé intellettuali e artisti, come il Correggio al quale fece affrescare la sua camera. Sul camino volle dipinta Diana, dea della caccia, e incisa una frase: per ignum glaudio ne fodias, non disturbare il fuoco con la spada. Una donna energica e volitiva, finché non le fu imposta la clausura. Accanto, il giardino dell’ex convento delle monache benedettine di San Paolo è un’isola silenziosa e arruffata.
Via Macedonio Melloni 3 | 0521 287195
In via Cavour, Gian Maria Montacchini è tra le boutique di ricerca: unisce classe e ultime tendenze. Originali le creazioni tailor made di Patrizia Caggiati, costumista teatrale che ama lavorare la seta, le lane morbide e giocare con i colori. Cappelli, borse e abiti sono da Volver in borgo XX Marzo al numero 20. Varcando la soglia di Hi Fi News Musica da Tavola sembra di entrare in un salotto, ma colmo di giradischi rari e impianti hi-fi, vini e distillati pregiati da sorseggiare e acquistare. Per librerie antiquarie, negozi di modernariato, design, vintage e gallerie d'arte, direzione via Nazario Sauro, ribattezzata la via degli Antiquari. Tra i negozi da visitare, La Libreria Palatina Editrice dove trovare volumi antichi, mappe, carte, disegni, stampe. Anche di cultura locale. Oppure Libri dall'Asia, dedicata a cultura tibetana, storia della Cina, in particolare durante la dinastia Yuan, cartografie, e Buddhismo.
Gian Maria Montacchini: Strada Cavour 12, tel. 0521.230458
Volver: borgo XX Marzo 20
Hi Fi News Musica da Tavola: Borgo Onorato 21 | 0521 503071 |
Spuntino mordi e fuggi tra i più appetitosi della città a due passi dal Duomo. Un’istituzione dal 1950 quando Giuseppe Clerici - per gli amici Peppino, o Pepèn – aprì questa piccola paninoteca che la famiglia Ferrari porta avanti. Fu un antesignano dello street food. Da provare la carciofa - torta salata ripiena di carciofi freschi, spinaci e ricotta di pecora – poi il panino col wurstel e lo Spaccaballe, per tutti lo Spacca: arrosto di maiale, verdure, salse e peperoncino. Il nome? La storia ve la racconta Stefano. Ma prima dovete ordinarlo.
b.go S. Ambrogio 2 | 0521282650
Capolavoro dalle forme gotiche è una delle chiese più amate della città, con un rosone a 16 raggi creato nel 1462 da Alberto da Verona. Costruita nel XIII secolo grazie ai contributi spontanei dei parmigiani come “casa” dei francescani, diventò un carcere in seguito alle repressioni napoleoniche: da luogo di culto a luogo di reclusione, fino al 1992. Chiusa per anni, sta riacquistando la sua antica vocazione grazie a un importante intervento di restauro che riporta alla luce tesori nascosti, come il Cristo della chiave di volta e i frammenti di affreschi quattrocenteschi sotto l’intonaco dell’abside centrale. Si organizzano visite guidate in altezza, per osservare.
Strada Pietro Del Prato 4 | 0521 282079
Minimalismo e comfort, nell’architettura beauty in piazza Ghiaia di Stefano Saccani ci si rilassa. Sobrietà accanto al rigore candido degli arredi fanno da cornice a uno spazio relax e total white dove prenotare un massaggio per allentare tensioni. E magari rifarsi il look, con un’acconciatura di tendenza.
Piazza Ghiaia 7 | 0521 228147
Cultura a Parma significa anche avanguardia. BDC è un’ex chiesa sconsacrata vicino al Duomo e al battistero, al 28 di Borgo delle Colonne, una delle più belle vie porticate della città. Spazio privato apre al pubblico per concerti, dj set, mostre, party e incontri letterari con un angolo bar e un giardino per gli aperitivi e l’ultimo drink. Poco oltre, sempre sotto i portici, Canaglie del Naviglio è locale dal gusto retro dove bere buon vino e ascoltare musica. Si cammina un paio di centinaia di metri per raggiungere Umami come quel gusto in più che tradotto dal giapponese significa saporito. È un gastrobar aperto da colazione a cena, passando per il pranzo e l’aperitivo: atmosfera giovane e informale, simpatia e proposte in menu che cambiano con la stagione. Un must: il pulled pork con le patate arrosto.
BDC: Borgo delle Colonne 28
Canaglie del Naviglio: Borgo delle Colonne, 40B | tel. 349 720 2528
Umami: Str. Aurelio Saffi 48 | tel. 0521 1888155
Si deve prendere l’auto per sedersi alle tavole della trattoria di Davide Censi vicino alla Pieve di Gaione. Il menu mantiene la promessa del nome: i piatti della tradizione sono assicurati tra tortelli, anolini e punta al forno. Ai sapori classici si fondono, però, quelli della sperimentazi0ne: dalle nuove tecniche di cottura ad accenni fusion grazie al tocco di Makoto, chef e pasticcere giapponese. Ottima la selezione dei vini.
Strada Montanara 318 | 0521 648165
In un vicolo laterale a barriera Repubblica, otto camere dagli interni moderni, con legni chiari e tinte sobrie. In ognuna c’è un angolo cottura con giardino e terrazzini interni. Sono in un palazzo dei primi del Novecento.
Via Dalmazia 73 | 3755299165
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