Homo faber

di Silvia Ugolotti, testo e foto

 

Per tener testa alla crisi ci vuole creatività. Quella che fa brillare ingegno e talento. La parola d’ordine è reset: rinnovare, ricominciando dalle idee. Gli artigiani l’hanno capito e con le loro creazioni annunciano il nuovo che avanza. Lo stile è originale e un pensiero li accomuna: fuggire da mode effimere e passeggere. Privilegiano semplicità e funzionalità, prendono spunto dal passato per raccontarlo con nuovi linguaggi. «Poche attività umane come l’artigianato sanno parlare la lingua poetica del bello. Ogni gesto compiuto dai grandi artigiani è come la parola di un verso: precisa, insostituibile, necessaria» scrive Peter Marino nel libro La Forma della Bellezza.

Custodi di un patrimonio fatto di expertise, valore umano, tocco d’artista, gli artigiani sono portavoce della cultura italiana del saper fare nel mondo. In fondo, come sostiene il sociologo statunitense Richard Florida, per galleggiare e competere nel sistema economico è necessario far leva su tre “t”: tolleranza, tecnologia, talento. Ecco un trekking urbano, tra borghi e vie nascoste del centro storico per incontrare i protagonisti del saper fare parmigiano.

Che ne bici?

L’inizio perfetto per il grand tour del “fatto a mano” tra le vie di Parma, (città dei pedali, ieri rustici oggi elettrici) è in stradello San Girolamo dove passione, storia e stile corrono sulla stessa linea. Le biciclette progettate nell’atelier di Italia Veloce, spazio hipster e guazzabuglio d’idee, s’ispirano al passato e si fanno ambasciatrici del nuovo ciclismo made in Italy. Linee rétro e contenuti d’avanguardia, ogni dettaglio è realizzato a mano e va a braccetto con l’alta tecnologia.
Se l’Emilia Romagna si piazza ogni anno sul podio delle regioni a maggior vocazione ciclistica, Parma vince nel 2020 l’Anci Urban Award. Un premio indetto per premiare i Comuni virtuosi che sostengono progetti legati a bicicletta e mobilità sostenibile. “Tra le motivazioni della vittoria”, ha spiegato Ludovica Casellati ideatrice del premio, “ci sono le iniziative messe in campo”: dal bike to work al bike to school, le PedalArt, passeggiate legate all’arte, una buona rete di ciclabili e un efficiente bike sharing. Senza dimenticare le Bike Food Stories di Davide Pagani, che nel cuore della Food Valley ha pensato di organizzare percorsi enogastronomici su due ruote, coniugando sport, turismo e buon cibo.

Italia Veloce: Str. San Girolamo, 2 

Step by step

Dimensioni e patrimonio artistico fanno di Parma una città che invita all’indugio, agli andamenti lenti per scoprire un passo dopo l’altro il bello che c’è. Meglio se con buone scarpe. Giacomo e Shara Banzola, fratelli e soci dal 1992 e figure complementari nell’arte dell’alta calzoleria maschile, sono le mani e il cuore della Aloisio Banzola. Dopo tanto studio e un lungo apprendistato “a bottega” a fianco di Ugo Giacopelli, maestro delle scarpe su misura, oggi le creazioni dei due fratelli sono capolavori del tailor made. Esempio di perfetto equilibrio tra materiali e modelli manifestano comodità e eleganza: “Per realizzare un paio di scarpe servono 40 ore di lavoro”, spiega Giacomo. Tomaie, lesine e pelli pregiate, nel laboratorio ogni gesto è misurato e l’attenzione al dettaglio è maniacale: “una variazione di decimi di millimetro in un’impuntura può cambiare il registro espressivo della scarpa”, racconta. Atelier, showroom e salotto di prova sono in un antico palazzo di strada Cairoli ed esprimono fin dall’ingresso la raffinatezza dello stile.

Non lontano, in borgo degli Studi, manualità e alta tecnologica si coniugano alla perfezione da 3D ArcheoLab, il primo laboratorio di fabbricazione digitale nell’arte e nell'archeologia. A fondarlo nel 2014 è stato Giulio Bigliardi, 36 anni, archeologo e maker: “allestiamo percorsi museali tattili per ciechi e ipovedenti, ci occupiamo di riproduzioni tridimensionali applicate all’arte per musei e privati e ci dedichiamo al restauro realizzando rilievi non a contatto dei beni artistici”.

Aloisio Banzola: Str. Benedetto Cairoli, 17 

3D ArcheoLab: Borgo degli Studi, 3 

        

Colori e riuso: combinazioni eclettiche

Quadri concettuali e oggetti d’arredamento realizzati con un gusto giovane e cosmopolita: da quando si è laureato in filosofia (con una tesi su Gilles Deleuze, il filoso delle differenze) non ha mai smesso di creare. La produzione artistica di Marcello Bersini  è la traduzione di una continua tensione alla differenza, con una cifra stilistica ben precisa:  innovamento. Che si esprima su tela o nella realizzazione di complementi di arredo, la molla è sempre la stessa, sperimentare nuove tecniche.
Risultato? Pezzi originali di grande armonia estetica, dove l’arte si mescola all’utilità. La sua casa atelier è in via XX Luglio e riceve su appuntamento, uno spazio dove ogni oggetto è un pezzo unico, effetto di una personale alchimia con la materia. Le sue opere sono in vendita anche nel mix match creativo di Camattini in via Maestri. Da tre generazioni la famiglia Camattini s’ispira al bello e all’artigianalità per progettare interni, realizzare mobili e divani su misura, puntando sul colore. Chiara, in arte Ki Aki, è lo spirito creativo: cento ne pensa e mille ne fa. Dalle borse ai cuscini, alle mascherine. Un secondo negozio è in piazza Rastelli, alle porte del centro storico, nel complesso residenziale progettato dallo studio spagnolo Oriol Bohigas.

Camattini: via Maestri, 9 - piazza Rastelli, 59

Stile libero

Tornando nel quadrilatero dalla vena artistica, via XX Luglio ha ancora una fermata: Gianluigi Sestito. Se non è seduto alla macchina da cucire, è al tavolo dei progetti, tra cartamodelli, tessuti e il classico metro giallo intorno al collo. I capi dallo stile pulito e minimale sono la conseguenza di anni trascorsi a Parigi a fianco della stilista coreana Moon Young Hee. Linee geometriche e comfort, il prêt-à-porter di Sistito fonde tradizione sartoriale e funzionalità. A pochi passi, Juutama, anima libera è il laboratorio di Federica Salvarani. I suoi gioielli raccontano: «Parto da un filo che può essere rame, ottone o ferro zincato, lo unisco a pietre dure, cristalli, resine e lo avvolgo a emozioni e memorie». Ci sono cuori, libellule, talismani: «alcuni esprimono la voglia di donare, altri simboleggiano la libertà e  l’evoluzione».

Gianluigi Sestito: via XX Luglio, 33/A

Juutama, anima libera: Borgo Regale, 31 


       

Riletture

Sono gioielli anche quelli di Cecilia Mutti, ma da sfogliare. Nuova Editrice Berti (nuovaeditriceberti.it) è l'esempio di come la piccola editoria di qualità possa navigare nel mare magno di un mercato segnato dalla crisi, seguendo percorsi indipendenti e poco battuti: «pubblichiamo narrativa straniera, classica e contemporanea, dando voce a realtà geograficamente lontane o a pagine dimenticate della storia recente». Il lavoro di ricerca e traduzione è rigoroso, così come la cura del dettaglio grafico. Ogni copertina è una piccola opera a sé, degna di essere collezionata. Nello spazio dove nascono i libri (che si possono
anche acquistare), Cecilia organizza presentazioni e letture.

Nuova Editrice Berti: Piazzale S. Lorenzo, 3

Il “gusto” di rompere gli schemi

Investire tempo e energie nella propria passione è stata la carta vincente di Stefano Guizzetti, tecnologo alimentare e inventore di Ciacco Lab, una gelateria artigianale con due punti vendita a Parma e uno a Milano: solo prodotti naturali, senza additivi, materie prime recuperate direttamente dai produttori. «Selezioniamo gli ingredienti scegliendo varietà antiche, biologiche e biodiverse. Vogliamo prodotti che sono il simbolo delle tradizioni e della cultura del nostro territorio». Mescolando buone materie, idee e accostamenti audaci nascono i gelati Ciacco.

La nuova sfida è unire al gusto anche l’olfatto: il gelato barricato, ad esempio. « È il primo gelato invecchiato della storia, fatto stagionare in barrique di rovere. La sensazione è quella di un vino o un super alcolico con note di liquirizia, caffè, vaniglia e affumicatura. Viene servito insieme a una granita al rum». Oppure quello all’erba medica: «assaggiandolo si avverte prima il profumo dell’erba tagliata e poi il sapore di fiori e erbe dei pascoli dell’Appennino parmigiano».

Ciacco Lab: Strada Garibaldi 11 - Viale Mentana 91/A 

Carnet d’Adresse

DORMIRE

Palazzo Dalla Rosa Prati

Eleganti suite arredate con mobili d’epoca in un antico palazzo che si affaccia su Piazza Duomo.
Strada al Duomo 7, tel. 0521.38.64.29

Novotel Parma Centro

Tocchi di colore, design contemporaneo, il Bellavista Cafè & Lounge per gli aperitivi e un ristorante – Al Parmigiano - che
in menu propone piatti di cucina tradizionale, con incursioni fuori dai confini locali. È a pochi metri dalla stazione ferroviaria e dal centro storico.
Via Trento 9, tel. 0521272717

MANGIARE

Ristorante La Forchetta

Specialità parmigiane rivisitate e menù di pesce serviti in sale accoglienti dai colori sobri.
Borgo S. Biagio, 6, Tel. 0521 208812

ITA